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sabato 16 gennaio 2016

Pensieri e Parole - Moda uomo. Fidal differenzia le proprie attivtà. Non solo pret a porter. Arrivano gli abiti su misura

Alfio Giomi
Fidal Ceo
Quando la crisi morde servono capitani coraggiosi che sappiano intraprendere le giuste azioni per portare le navi fuori dalla tempesta. 
E' questo il caso di Fidal, azienda romana da tempo alle prese con gravi difficoltà sia sul mercato interno che su quello internazionale, che ha deciso di prendere il toro per le corna differenziando le proprie attività. 
Negli ultimi anni le scelte strategiche di produzione e promozione del brand di atletica leggera si sono rivelate disastrose sia in casa, con un'ulteriore perdita di appeal nei confronti del consumatore italiano, sia a livello globale come evidenziato dai pessimi report della fiera mondiale di Pechino 2015.
Qualche piccola soddisfazione in controtendenza è arrivata dalla moda giovane, grazie soprattutto alla qualità e all'impegno delle piccole realtà artigianali che presidiano il settore per conto della holding, ma queste non possono certamente bastare a un gruppo con un fatturato a più zeri.
Soprattutto in vista dell'Expo dello sport mondiale di Rio 2016.
Per correre ai ripari l'impresa di via Flaminia Nuova ha deciso di aprirsi a un nuovo settore, la realizzazione di abiti su misura per chi non è a suo agio negli standard comuni a tutti.
Ancora una volta potrebbero essere la creatività e l'innovazione tipiche del "Bel Paese" l'asso nella manica capace di capovolgere il trend negativo dei risultati aziendali.
Intanto, nella speranza di vedere una sfilata vincente dei nuovi capi su misura sul lungomare di Copacabana, è stata lanciata una campagna di comunicazione tesa a far dimenticare gli insuccessi e i comportamenti non irreprensibili tenuti in passato da parte di alcuni esponenti dell'azienda.
Con buona pace dei vari codici deontologici.

I nuovi metodi di selezione Fidal.
Molto più "fitting" per chi ha problemi di linea etica.

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